Oggi sul Corriere della Sera c’è un articolo molto interessante dal titolo “Intelligenza Artificiale: dubbi (e rischi) in Europa”.
Regolamentare le cose è fondamentale ma il terreno qui è parecchio scivoloso.
Nell’articolo vengono citati i rischi di azioni subliminali portate avanti da determinati algoritmi e fa un confronto tra Europa e altre potenze mondiali. La Cina è molto più avanti di tutti gli altri su questo tema (e non solo).
Inoltre l’articolo pone l’accento sul fatto che un algoritmo di questo tipo è difficilmente brevettabile (in genere questo vale per molti software), e sulla difficoltà nel capire come vengono prese determinate decisioni.
Tutto correttissimo, ma ancora una volta il focus è sugli algoritmi e non sui dati.
Estremizzando, una norma che prevede di “pescare” in un insieme di 10 algoritmi pre-approvati non è fattibile perchè fino a quando il Data Scientist non vede i dati non sa che approccio utilizzare.
Va anche detto che per analizzare le immagini ci sono ormai metodologie consolidate ma per le migliaia di applicazioni industriali non è così.
Quindi, regolamentare è sacrosanto, ma bisogna anche iniziare ad agire sul serio.
Altrimenti facciamo la fine di un arbitro che fischia il calcio di inizio in un campo dove manca il pallone.